Protesi rotonde o protesi anatomiche: tutto quello che c’è da sapere prima di un intervento di Mastoplastica Additiva
Protesi rotonde o protesi anatomiche: cosa scegliere? Quella sulle protesi del seno da scegliere è la prima domanda che si pone la maggior parte delle pazienti in procinto di affrontare un intervento di mastoplastica additiva.
Quella che riguarda la tipologia di protesi mammarie che verranno utilizzate, in questo intervento di chirurgia estetica, è infatti una scelta da prendere con attenzione. Esistono due tipologie di protesi mammarie: anatomiche e rotonde.
Il Dottor Stefano Esposito – chirurgo plastico a Roma con oltre 20 anni di esperienza – ci spiega quali siano le principali caratteristiche e la loro applicazione a seconda delle casistiche.
Le protesi rotonde sono simili ad una semisfera e quindi hanno il loro punto di massima proiezione al centro. Questa tipologia di protesi mammaria è stata introdotta quasi mezzo secolo fa e da allora non è mai stata abbandonata da numerosi chirurghi. Proprio per la sua forma rotonda e per il fatto di non essere preformata, la protesi rotonda una volta impiantata risente dell’effetto della gravità e della pressione dei tessuti che la circondano. Esse si trovano in commercio con diversi volumi, diametri e proiezioni a seconda delle necessità della singola paziente.
Le protesi anatomiche, o “a goccia”, hanno una forma simile per l’appunto ad una goccia d’acqua appoggiata ad una superficie verticale e il loro punto di massima proiezione si trova nella parte bassa, ad una certa distanza dal centro. A differenza di quelle rotonde, le protesi anatomiche sono state introdotte sul mercato più recentemente (circa 20 anni fa) e vengono ancora perfezionate di anno in anno con l’avanzamento delle tecniche chirurgiche. Altro tratto che le differenzia da quelle rotonde è il fatto che siano già preformate poiché costituite da un gel in silicone più rigido che gli permette di mantenere la propria forma originaria, non risentendo quindi della forza di gravità una volta impiantate.
Oltre alle caratteristiche tipiche di ciascuna delle due tipologie, vanno prese in considerazione anche quelle “tridimensionali”. Dal momento che le protesi anatomiche sono costituite da un gel in silicone che gli permette di mantenere la forma originaria, ne risulta di conseguenza una maggiore rigidità e quindi una minore sofficità della mammella. Questo piccolo svantaggio è in realtà un vantaggio nelle pazienti che presentano poco tessuto cutaneo che così non rischieranno dunque la formazione di pieghe cutanee in seguito all’intervento.
Mastoplastica additiva: la protesi più adatta al proprio seno
Si tratta quindi di due tipologie di protesi concettualmente diverse. Tuttavia la loro coesistenza sul mercato da così tanti anni dimostra che nessuno dei due tipi di protesi abbia offerto dei vantaggi estetici rispetto all’altro. Per la mastoplastica additiva, la problematica della scelta tra una protesi rotonda o protesi anatomica va riproposta quindi in modo diverso. Il quesito non deve essere quale sia la protesi migliore in senso assoluto bensì quale sia la protesi più adatta per ciascuna paziente. Ad esempio la protesi anatomica viene scelta principalmente nei casi in cui la ghiandola mammaria sia, in una fase pre-operatoria scarsamente rappresentata, o quando si voglia dare una forma ben definita.
In conclusione protesi rotonde o protesi anatomiche? non si può parlare di veri e propri vantaggi o svantaggi tra le protesi rotonde e anatomiche.
L’anatomia del seno è molto particolare e soprattutto varia enormemente di paziente in paziente. Per questo motivo un’attenta e approfondita analisi clinica delle caratteristiche individuali consentirà al chirurgo estetico di propendere per una piuttosto che per l’altra tipologia, in modo tale da ottimizzare le peculiarità della paziente arrivando ad un risultato più soddisfacente.